Terremoto, la malinconia dei giorni dopo – di Flavia Piccinni





Una manciata di sere fa, nel campo di Arquata del Tronto, quando la terra ha tremato violentemente, ho pensato che stava succedendo ancora. Ho pensato che dovevo restare calma, eppure le ginocchia si sono piegate e una lunga vibrazione mi ha attraversato il corpo, e allora ho avuto paura. Una paura cieca, animale, che ho dissimulato con un grande sorriso. “Trema, trema” ho detto, mentre davanti una signora guardava spaesata la telecamera, e nei suoi occhi c’era quel nulla d’istinto e di disgrazia che ci fa trovare impreparati davanti ai cataclismi.Davanti a me non c’era niente a cui aggrapparmi

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Pubblicato il: 9 Settembre 2016

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