Salute senza frontiere





L’arrivo dei migranti nel territorio pontino, in aumento negli ultimi anni, rappresenta una sfida di integrazione e inclusione sanitaria. Nonostante tutti gli stranieri abbiano diritto ad accedere all’offerta del Servizio Sanitario Nazionale, gli operatori sanitari sono costretti a confrontarsi quotidianamente con lingue, tradizioni e culture diverse che possono mettere a serio rischio il dialogo e l’alleanza medico-paziente e l’aderenza alle cure. Le terre pontine si connotano per la presenza di un elevato numero di immigrati, circa 46.000, che rappresentano ben l’8% dell’intera popolazione, soprattutto rumeni, la comunità più numerosa, indiani, arabi, albanesi e ucraini. Una recente indagine rileva che solo il 38% degli immigrati conosce la lingua italiana, questo a fronte di una percentuale elevatissima di accessi al Pronto Soccorso da parte di stranieri e a fronte di una permanenza sul territorio pontino che si protrae in media per 9,7 anni. Il progetto di divulgazione medico-scientifica e inclusione sanitaria “Salute senza frontiere” è stato coordinato dalla Dr.ssa Assunta Lombardi e Dr.ssa Roberta De Grandis, e realizzato grazie all’impegno di Fondazione Pfizer. L’iniziativa ha l’obiettivo di facilitare l’integrazione sanitaria e l’accesso al SSN degli immigrati, superando le barriere linguistiche e culturali

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Pubblicato il: 13 Luglio 2017

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