Quanto contano le menzioni (senza link) nella SEO?





All’inizio della sua storia, Google ha utilizzato i link come mezzo per assegnare reputazione e rilevanza alle pagine web: più sono i link che puntano ad una pagina (soprattutto se questi link arrivano da pagine con ottimo trust), più è l’importanza che Google assegna alle pagine linkate. Di conseguenza la link building è diventata una strategia SEO basilare, e si è sviluppato un fiorente mercato di compra-vendita link. Nel corso degli anni Google ha cambiato man mano l’approccio al modo in cui tratta i link, implementando algoritmi (come Penguin) che hanno reso molto più complicata la link building “alla luce del sole”. Di pari passo nel web hanno iniziato ad assumere sempre più peso i social network, gli assistenti digitali, le interfacce vocali, e il mondo online ha iniziato a fondersi sempre più con quello offline: ne consegue che i soli link sono ormai un metodo obsoleto per giudicare la reputazione di un sito web o di un marchio. E infatti, da qualche anno a questa parte, i principali motori di ricerca – non solo Google, ma anche Bing – hanno sviluppato la capacità di valutare e pesare qualsiasi riferimento ad un brand o ad un sito (unitamente al sentiment): queste citazioni prendono solitamente il nome di linkless mention (menzioni senza link). Su Search Engine Watch è stato pubblicato di recente un post che parla proprio di come le menzioni siano il futuro della link building (il titolo del pezzo è infatti Why linkless mentions are the future of link-building); vediamo insieme qualche passo saliente dell’articolo

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Pubblicato il: 10 Gennaio 2018

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