E se eravamo in tre… – di Marco Travaglio





Mentre chiudiamo il giornale sono le 2.30 di notte e abbiamo da commentare solo le proiezioni provvisorie, che è come scrivere sull’acqua. Ma, se tutto fosse confermato, le sorprese fioccherebbero. Intanto il boom della pentastellata Virginia Raggi a Roma, molto più avanti di quanto preventivato dai sondaggi della vigilia, in linea con gli ottimi risultati raccolti dal M5S al suo primo vero successo amministrativo. E poi lo scarso margine di vantaggio dei tre favoritissimi del Pd renziano (Fassino a Torino, Sala a Milano e Merola a Bologna) e i candidati di Roma e Napoli che rischiano l’esclusione. E infine le sfide dei ballottaggi, non tutte in linea con le previsioni: scontate quelle di Torino con Fassino-Appendino (Pd-M5S) e di Milano con Sala-Parisi (Pd contro centrodestra unito, dati alla pari), incerte quelle di Bologna tra il Pd Merola e la leghista Borgonzoni o il grillino Bugani, di Roma tra la Raggi e la destra della Meloni o il Pd di Giachetti; a Napoli fra De Magistris (Lista Arancione) e Lettieri (centrodestra) o più improbabilmente la Valente (Pd). Ma c’è anche un quarto dato da notare: a dispetto di chi tenta di raddrizzare le gambe ai cani per esempio con l’Italicum, comprimendo il quadro politico nella camicia di forza di uno schema bipolare, deve rassegnarsi: gli italiani si dividono ormai stabilmente in tre blocchi: Pd, M5S e centrodestra (almeno se resta unito).Tra due settimane e tra quattro mesi, torneremo alle urne per due elezioni a schema bipolare: i ballottaggi delle comunali (tra i due candidati più votati ieri) e il referendum costituzionale (tra il Sì e il No)

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Pubblicato il: 7 Giugno 2016

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