Chi fermerà Google, Facebook e Amazon?





Altro che robot. La vera minaccia per il nostro futuro è rappresentata da Google, Facebook, Amazon. Le realtà che ci hanno regalato i servizi utilizziamo quotidianamente nella nostra vita digitale stanno diventando troppo potenti, e presto ce ne accorgeremo un po’ tutti.A suonare il campanello d’allarme ci pensa questa volta Bloomberg Businessweek che in una storia di copertina dal titolo abbastanza elqouente (Should America’s Tech Giants Be Broken Up?) si interroga sulle conseguenze che sta avendo (e avrà) sull’economia americana e mondiale un certo tipo di posizione dominante sui servizi digitali.”La concentrazione del mercato è secondo molti analisti la vera causa che si cela dietro ad alcuni malanni persistenti dell’economia statunitense”, spiega l’autorevole testata americana, elencando uno dopo l’altro i segnali di una tendenza piuttosto preoccupante: calo delle quote dei lavoratori sul reddito nazionale, aumento delle disuguaglianze, diminuzione del business delle start-up, diminuzione dei nuovi posti di lavoro, crollo della spesa per la ricerca e lo sviluppo.Google oggi detiene il 77% del mercato pubblicitario legato alle ricerche online; Amazon aggrega il 30% di tutti gli acquisti online statunitensi; Facebook intercetta più del 75% del traffico socialDall’altra parte ci sono loro, i dominatori incontrastati della scena digitale: Google oggi detiene il 77% del mercato pubblicitario legato alle ricerche online; Amazon aggrega il 30% di tutti gli acquisti online statuintensi, ma per alcune categorie – è il caso ad esempio agli ebook – si sale anche oltre il 70%; Facebook, insieme alle sue acquisite (Instagram, WhatsApp) intercetta più del 75% del traffico social attuale In continua espansionePiù dei dati preoccupa l’espansione che i titani dell’età di Internet stanno conducendo al di fuori del proprio seminato: Google, oggi, è molto più di un semplice motore di ricerca, è una holding (Alphabet) da più di 600 miliardi di capitalizzazione che comprende, oltre alla tecnologia, le biotecnologie, gli investimenti finanziari e la ricerca.Anche Facebook sembra ormai un lontano partente di quel social network creato da Mark Zuckerberg e dai suoi compagni di Università. I 2 miliardi di utenti della piattaforma principale, sommati agli iscritti delle altre piattaforme di proprietà (Instagram, Messanger) hanno reso il portale dell’amicizia un vero e proprio subcontinente virtuale (popolato però da umani in carne ed ossa) che catalizza gli investimenti pubblicitari (e non) di tutte le aziende del mondo.E che dire di Amazon? Il gigante dell’ecommerce – è sotto gli occhi di tutti – sta ampliando giorno dopo giorno il suo inventario: non più solo libri, cd e articoli di elettronica, ma anche beni di largo consumo, alimentari compresi

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Pubblicato il: 26 Luglio 2017

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